L’attacco all’Unione europea contenuto nella nuova National Security Strategy degli Stati Uniti ufficializza l’ostilità dell’Amministrazione Trump nei confronti del progetto di unificazione europea. Gli USA non si limitano a pretendere che gli Europei diventino autonomi sul piano della sicurezza, in modo da poter concentrare le loro forze nella competizione con la Cina (come qualcuno in Europa voleva illudersi sinora e come era accaduto anche in passato), ma scrivono nero su bianco in un documento ufficiale che ritengono dannoso per gli interessi americani che l’Unione europea si sviluppi e si rafforzi. Nel progetto nazionalista e suprematista dell’ideologia MAGA, il modello europeo – fondato sulla libertà e sulla protezione del cittadino attraverso le regole, lo stato di diritto, l’aspirazione alla giustizia sociale, la democrazia e l’inclusività – è un antagonista da eliminare e un ostacolo da spazzare via.
Il messaggio non potrebbe essere più chiaro per le forze pro-europee in Europa, per i governi democratici dell’UE, per le istituzioni europee. Le forze esterne nemiche, che in più finanziano e alimentano attraverso la guerra cognitiva i movimenti eversivi antidemocratici all’interno dell’Europa, sono potentissime; mentre sia le attuali istituzioni dell’Unione europea - prive di competenze, poteri, risorse -, sia gli Stati membri – impotenti e inadeguati - sono vulnerabili e deboli.
Finché gli Stati europei non accetteranno di creare una sovranità condivisa nei settori chiave della politica estera, della sicurezza e della difesa; e finché non completeranno l’unione monetaria con l’unione bancaria, il mercato dei capitali e un bilancio federale, dando così vita ad una vera unione politica federale, si perpetuerà questo stato di paralisi e agli Europei sarà impedito di prendere in mano il proprio destino.
Per questo è tempo di rispondere agli USA rilanciando il cammino verso l’unità. La minaccia della Russia, di fatto sostenuta da Trump, che cerca di piegare l’Ucraina per aprirsi la strada verso l’Europa, rende indispensabile creare rapidamente un sistema europeo di difesa, per restituire agli europei una capacità di deterrenza reale. L’urgenza di investimenti massicci e coordinati nell’ambito dell’IA richiede a sua volta le riforme in campo finanziario e politico che permettano di usare finalmente le risorse europee a vantaggio degli europei.
È sufficiente che si manifesti la volontà politica degli Stati che hanno più peso all’interno dell’UE per lanciare iniziative capaci di avviare la costruzione di una vera Unione politica, che renda il veto un ricordo del passato. Gli strumenti, se si vuole, ci sono, dall’uso creativo delle Cooperazioni strutturate permanenti nel campo della difesa (PESCO), alle iniziative al di fuori dei Trattati. Dal Parlamento europeo è tornata la richiesta di riformare i Trattati, con il richiamo alle proposte per rendere le istituzioni e i meccanismi decisionali adeguati a governare le sfide con cui dobbiamo confrontarci.
In questo contesto l’Italia deve decidere da che parte stare. Le recenti dichiarazioni sia della Presidente Meloni che del Ministro Crosetto si prestano a letture ambivalenti; ma se vuole schierarsi con l’Europa e con l’Ucraina il governo deve superare ogni ambiguità, sia per quanto riguarda la vicinanza alla cultura politica MAGA dell’Amministrazione Trump, sia quando si tratta di accettare di rafforzare l’Unione europea dandole gli strumenti per poter agire con efficacia. Le forze politiche in Parlamento hanno l’enorme responsabilità di vigilare con lucidità e coerenza su questo fronte. I test immediati saranno la legge nazionale sugli aiuti all’Ucraina e la posizione al Consiglio europeo della prossima settimana sulla questione dell’utilizzo degli asset russi congelati a seguito delle sanzioni a sostegno dell’Ucraina. Due prove concrete di visione politica, responsabilità e solidarietà che l’Italia non può mancare. La nuova National Security Strategy dell’Amministrazione Trump è lì per ricordarlo a tutti.
